Il ciclo di seminari si propone di trattare il tema della comunicazione nell’era digitale, esaminando la questione da diversi punti prospettici. In un momento storico, nel quale la comunicazione è diventata estremamente veloce, fruibile ai più e strategica per l’agire economico, finanziario, politico ed educativo, comprendere le dinamiche di fondo dell’azione comunicativa consente un utilizzo più consapevole, responsabile e quindi più libero dei mezzi di comunicazione nell’universo digitale nel quale siamo ormai immersi.
Diversi gli argomenti in agenda: dalle neuroscienze che spiegano le cose stupefacenti che accadono quando leggiamo, ascoltiamo o raccontiamo storie, alla rivoluzione digitale che ha cambiato il modo e il metodo di comunicazione di milioni di persone nel mondo; dalle parole che usiamo, più o meno consapevolmente, quando parliamo, alla logica occulta della comunicazione; al linguaggio giuridico ed economico, mai soltanto e semplicemente tecnico. E ancora, per l’ultimo incontro: “Homo oeconomicus ed economia femminista”.
Terza edizione del ciclo seminariale online di Economia Civile, promosso dalla cappellania LIUC in collaborazione con Scuola di Economia Civile-SEC, con 6 incontri calendarizzati il mercoledì (17.30 – 19.00), da novembre 2022 a gennaio 2023.Partecipazione gratuita con iscrizione obbligatoria: www.liuc.it
Online tramite piattaforma Microsoft Teams
Programma completo
Nuovi strumenti di comunicazioni:Opportunità e limiti della iperconnessione
con Valentina Rotondi
La rivoluzione digitale ha cambiato i metodi di comunicazione di milioni di persone nel mondo. L’iperconnesione fornita dagli smatphone e dalle loro molteplici funzionalità ha portato ad un cambiamento netto dello stile di vita. Se da un lato questa rivoluzione ha aperto opportunità prima nemmeno lontanamente immaginate, dall’altro ha senza dubbio avuto un impatto sul benessere delle persone.In che direzione si è manifestato questo impatto? È stato lo stesso ovunque nel mondo? Cosa si intende per divario digitale? Quali sono le sue implicazioni in termini di diseguaglianza socio-economica? Che impatto ha il divario digitale sul divario di genere?
Il modo in cui parliamo, le parole che usiamo (in modo più o meno consapevole) dicono molto del nostro modo di pensare, dei nostri valori di riferimento, delle credenze (su noi stessi, sugli altri e sul mondo che ci circonda) che orientano il nostro agire quotidiano.Questo incontro sarà l’occasione per riflettere sul nostro stile di comunicazione, per vedere insieme come “le parole sono finestre oppure muri”, come affermava M.B. Rosenberg, il fondatore della Comunicazione Non Violenta.Scegliere il modo con cui comunicare è il primo passo per costruire relazioni autentiche di pace, capaci di nutrire i nostri bisogni profondi di riconoscimento, reciprocità e trasformazione creativa.
Parole che fanno.La logica occulta della comunicazione
con Vittorio Pelligra
Le notizie che leggiamo sui giornali, nel web, che condividiamo sui social, che sentiamo al TG o in qualche talk show, raccontano storie che possono essere lette in molti modi differenti. Ognuno di questi evoca sentimenti, emozioni e reazioni differenti, adesione o rifiuto. Gli strumenti dell’economia comportamentale, della psicologia sociale e delle neuroscienze, possono aiutarci a svelare i meccanismi più sottili che influenzano la comunicazione pubblica e quindi le nostre scelte. Conoscere questi meccanismi è il primo passo per imparare a scoprire il senso dentro la storia, il messaggio dentro la notizia e, così, riuscire a farci un’idea più precisa e a scegliere in maniera più consapevole.
Raccontare l’economia nellatradizione dell' Economia Civile
con Beatrice Cerrino
Il linguaggio giuridico ed economico non è mai solo tecnico o neutrale. Riflette l’umanesimo che lo ha generato. Dietro alle parole che hanno fatto la nostra storia costituzionale e istituzionale c’è una visione positiva della persona umana, uno sguardo buono e generoso sull’uomo che vedeva l’individuo capace di fiorire in pienezza solo diventando persone, c’è l’etica delle virtù, la pietra miliare dell’antropologia occidentale, che vedeva gli esseri umani prima socievoli poi furbi, prima capaci di cooperare poi di evadere, prima buoni poi cattivi.Quando si inverte questo ordine, torniamo all’antropologia del lupo, alla guerra di tutti contro tutti, alla paura e alla rabbia che diventano il collante di individui non persone; e immediatamente iniziamo a guardare il vicino di casa come un evasore potenziale o effettivo, a vedere chi arriva sull’uscio di casa non come una possibile benedizione ma come una sciagura certa.
Sia i sostenitori che i critici del capitalismo di diverse discipline, dall’economia alla filosofia e comprese la sociologia e le discipline umanistiche, spesso hanno un particolare insieme di convinzioni sul capitalismo. Queste convinzioni includono, ma non sono limitate a, l’idea che le persone siano puramente egoiste nei propri rapporti commerciali e d’affari; che le aziende puntano a realizzare profitti; e che le leggi dei mercati sono inesorabili (simili alle leggi della fisica.In questa visione dell’economia, gli aspetti sociali ed etici che caratterizzano l’essere umano non possono che appartenere a un ambito separato da quello degli affari e dei mercati. I temi della vita sociale, delle famiglie, del nostro corpo e della natura sono generalmente distinti dall’economia e relegati ad altri campi. Allo stesso modo, vengono messi da parte argomenti che non possono essere facilmente formalizzati in modelli puramente matematici, come l’etica normativa o il linguaggio.
Le neuroscienze ci spiegano che quando leggiamo, ascoltiamo o raccontiamo storie, accadono cose stupefacenti. Per esempio, sappiamo oggi che le parti del cervello che si attivano nel narratore sono le medesime che si attivano in quello dell’ascoltatore, in una sorta di riflesso esperienziale.In altre parole, viviamo il racconto più che assorbirne semplicemente le informazioni. Il cervello non è così severo nel distinguere quello che ascoltiamo da quello che viviamo, tra leggere di un’esperienza e incontrarla nella vita reale.Oggi siamo tutti immersi in racconti continui fatti di immagini, storie, parole, emozioni. Ma che significa comunicare bene? Perché oggi dobbiamo dotarci di nuovi strumenti? Quale è la relazione tra la forma e il contenuto? Tra verità e finzione? Tra vita e parola? Tra azioni e atti comunicativi? Tra etica ed estetica?