Il fenomeno dell’impresa sociale in Italia è tra i più evoluti livello europeo. Il suo ecosistema è ricco, ben sviluppato e diversificato e può contare sul supporto da parte delle istituzioni pubbliche locali e nazionali così come di efficaci sistemi di sostegno reciproco (consorzi). Nel nostro Paese ci sono circa 100.000 imprese sociali che coinvolgono più di 850.000 lavoratori e 1,7 milioni di volontari.
In Italia i giovani di età compresa tra i 25 ed i 34 anni che hanno un lavoro autonomo sono il 90% in più della Spagna, il 60% in più della Germania, il 53% in più della Francia e in generale sono pari ad un quarto del totale dell'area Euro, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Eurostat dalle quali emerge che i giovani italiani sono i più intraprendenti dell'Unione Europea. Il risultato è che quasi una impresa su dieci è condotta da giovani (9%), ma la percentuale sale al 30% tra quelle di nuova apertura nei primi nove mesi del 2018 secondo le elaborazioni su dati Unioncamere.
+3,98%
Rendimento delle banche etiche
Negli ultimi dieci anni - mentre l’Europa faticava a riprendersi dagli effetti della crisi finanziaria, le banche etiche hanno continuato a fare le banche in modo classico, raccogliendo depositi e concedendo prestiti mentre le banche sistemiche (o too big to fail) si sono dedicate molto di più ad altre attività (investimenti in titoli, servizi finanziari, ecc.). negliultimidiecianni(2007-2017). Le banche etiche e sostenibili hanno reso oltre il triplo rispetto alle banche tradizionali, con una redditività media annua (in termini di ROE) del 3,98% contro l’1,23%.
In Italia quasi il 27% degli immigrati possiede una laurea contro il 19,1% dei nativi italiani. gli immigrati-lavoratori con diploma di terzo livello costituiscono in media più di un terzo della forza lavoro immigrata dei paesi OCSE. Il dato più interessante riguarda, nello specifico, la percentuale secondo la quale gli immigrati con diploma di terzo livello sarebbero più frequentemente impiegati in lavori per i quali risultano essere fin troppo qualificati rispetto ai nativi dei paesi ospitanti.
Aziende fondate da un immigrato straniero (in migliaia)
Il vero segreto del successo dell'impresa straniera è stata la capacità di reagire alla crisi: le imprese straniere segnalano valori superiori alle imprese italiane in riferimento a tutti gli indicatori di crescita. Si parte proprio dalle vendite: le imprese di migranti le hanno viste crescere del 17,7% contro il +10,1% delle italiane. In termini di addetti impiegati abbiamo un +26,6% contro il 14,2%. Il fatturato è in calo per entrambe le categorie, ma le imprese di migranti fanno un po' meglio (-6,8%), rispetto alle italiane (-7,8%).
In Italia il tessuto delle PMI crede che le fonti di energia rinnovabili rappresentino la soluzione giusta per ottenere un vero risparmio energetico adottando tecnologie verdi. Stiamo parlando di green tech, quel pacchetto di soluzioni in grado di ottimizzare i costi della bolletta puntando direttamente a soluzioni di risparmio energetico. Secondo i dati dell’ultimo Business Efficiency Report 2011 stilato da Epson, una gestione energetica dispendiosa prestata da 2 imprese su tre è costata nel 2010 circa 7,8 miliardi di euro. Seconda la stima di Officinae Verdi, questo significa che aumentando del 5% l’efficienza energetica è possibile incrementare i ricavi del 4%, che corrisponde a circa 31 miliardi di euro.
GreenItaly 2017, Ottavo rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere
6,63
Italiani che fanno volontariato (in milioni)
Per la prima volta in Italia conosciamo chi si impegna gratuitamente a beneficio di persone al di là della propria famiglia o per la collettività e ambiente. Sono volontari che non operano all’interno di organizzazioni ma in modo informale. In Italia 6,63 milioni (12,6%) di persone si impegnano gratuitamente per gli altri o per il bene comune: 4,14 milioni (7,9%) degli italiani lo fanno all’interno di organizzazioni e 3 milioni (5,8%) individualmente (dati Istat 2013). Il volume raccoglie inedite analisi sull’impatto che il volontariato ha su alcune componenti sociali di rilievo. Per la prima volta in Italia, sulla base dei dati statistici, vengono date risposte a due domande cruciali: che senso ha il volontariato, cosa produce? E qual è il contributo dell’impegno gratuito dei cittadini alla società, alla coesione sociale ed economica delle comunità, alla democrazia?
Più di un’impresa su quattro, dall’inizio della crisi, ha scommesso sulla green economy. Parole che in Italia vogliono dire in particolare ricerca, innovazione, design, qualità e bellezza. Le 355 mila aziende sono il 27,1 per cento del totale. Le troviamo nell’industria e nei servizi. Dal 2011 hanno investito, o lo faranno quest’anno, in tecnologie a impatto ambientale pari a zero. Nell’industria manifatturiera saliamo al 33,8 per cento. Qui il made in Italy, puntando sul green, si ritrova con maggiore competitività, crescita delle esportazioni, dei fatturati e dell’occupazione
GreenItaly 2017, Ottavo rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere
46,1 %
Contratti che prevedono misure di welfare aziendale
Dall'introduzione della legge di stabilità nel 2016 che sancì l’ingresso del welfare aziendale nell’arena pubblica, secondo i dati ufficiali del Ministero del Lavoro sui contratti collettivi depositati telematicamente, a novembre 2018 si registrano 16.367 contratti attivi, di cui 13.352 contratti aziendali e 3.015 contratti territoriali: di questi il 78,7% propone di raggiungere obiettivi di produttività, il 59,3% di redditività, il 47,9% di qualità, il 14,1% prevede un piano di partecipazione.Il 46,1% prevede al suo interno misure di welfare aziendale: nell’agosto 2017 tali misure erano presenti nel 30,8% dei contratti attivi depositati.